MONSTER HOUSE. (2006)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di: Gil Kenan
Sceneggiatura di: Dan Harmon, Rob Schrab, Pamela Pettler
Storia di: Dan Harmon, Rob Schrab
Prodotto da: Jack Rapke, Steve Starkey, Steven Spielberg, Robert Zemeckis
Produzione: Sony Pictures Animation, ImageMovers, Amblin Entertainment, Relativity Media
Animazioni: Sony Pictures Imageworks
Edizione Italiana: Sony Pictures Italia
USCITA ITALIANA: 13 OTTOBRE 2006
Sono trascorsi appena due anni dalla prima produzione animata che vedeva in campo una nuova tecnica di motion capture capace di cogliere anche i minimi particolari delle espressioni del viso poi trasportate nei modelli 3D. Si trattava di "The Polar Express" (2004) diretto da Robert Zemeckis. Adesso scende in campo il reparto animazione della Sony, la Imageworks, e torna in campo di nuovo Zemeckis ma in veste di produttore insieme al suo amico Steven Spielberg. La coppia presenta il primo lungometraggio comedy-horror rivolto ad un pubblico giovane e piazza alla regia un esordiente: Gil Kenan. La storia si perde nei meandri di ogni infanzia in cui non è mai mancata una casa degli orrori o dei fantasmi, qui animati grazie alle nuove tecniche d'animazione 3D della ImageWorks che ormai non niente da invidiare a Pixar e DreamWorks.
La storia ha come sfondo un classico e tranquillo quartiere abitato da altrettante tranquille famiglie. Ma i piccoli che giocano per le strade guardano da tempo con apprensione alla vecchia casa malconcia e al suo burbero abitante, il signor Nebbercracker, restando sempre a debita distanza da essa e dal suo prato. Nella notte di Halloween comunque, dopo qualche incidente poco chiaro, tre ragazzini prendono il coraggio a sei mani e si avviano a scoprire chi o cosa si nasconde dietro questa casa. La tetra abitazione infatti costituisce un richiamo troppo forte per la fervida immaginazione dei tre. Questi sono convinti, infatti, che la casa sia abitata da mostri o fantasmi ma proveranno sulla loro pelle che il vero mostro è la casa stessa, allora si troveranno uniti per cercare una soluzione, prima che la casa divori gli ignari bambini che si troveranno a bussare per il classico "dolcetto o scherzetto?".
La storia miscela sapientemente elementi comici ad atmosfere da paura, tanto che in patria ha riscosso critiche da più di un associazione e la pellicola si è aggiudicata anche il bollino "PG" - parental guidance suggested, per i bambini, viste le tematiche trattate. Per mantenere tale classificazione, tra l'altro, secondo le specifiche americane sulle pellicole, le vittime sono state fatte tornare in vita alla fine della storia. Per questo non si possono non lodare le scelte dei produttori che non si sono soffermati a realizzare il classico film per famiglie, ma hanno spinto i propri grafici ed animatori a realizzare scene d'impatto (per un pubblico giovane almeno).
La sceneggiatura è molto lineare ed è congeniata per un crescendo sempre maggiore degli eventi in vista del finale. La regia risulta molto fluida anche se il regista è al suo esordio su un lungometraggio. Ma Kenan, a differenza di molti suoi colleghi alle prese con la regia di un prodotto animato, ha avuto la possibilità di dirigere degli attori in carne ed ossa in un area di circa sei metri per sei attrezzata per le riprese in mo-cap; 42 giorni di riprese in un teatro di posa dei californiani Culver Studios. Questo ha facilitato certamente la visione d'insieme di ogni scena. Infatti dalla recitazione dei modelli portati sullo schermo si ha molta sensazione di un live-action. Ed è proprio la regia uno dei punti chiave dell'intera produzione. Camere sempre in movimento, inquadrature molto ravvicinate ad oggetti e personaggi, campi molto stretti, quasi asfissianti. Veramente d'impatto.
La seconda produzione animata targata Columbia (adesso Sony Pictures) rimette in campo quelle tecniche di mo-cap evolute sviluppate dagli studios, ma tecniche d'animazione lontane dagli standard di produzione Pixar e DreamWorks, legate all'animazione per chiave che la Sony Pictures Animation (nuovo settore di Sony Pictures dedicato alle produzioni animate) sperimenterà per la prima volta solo in "Boog & Elliot a Caccia di Amici" (2006), la prima animal-comedy animata degli studios, in uscita alla fine dello stesso anno di "Monster House". Anche se la somiglianza va tutta al lungometraggio "The Polar Express" (2004), chiaramente indirizzato verso un design fotorealistico, questa nuova produzione è orientata invece su uno stile più stilizzato. I modelli, realizzati Maya e Rhino, sembrano a tratti caricature. Le linee sono morbide e i capelli un unico elemento (niente utilizzo di script ad-hoc; rendering più snelli). Ma le texture sono di ottima fattura, molto realistiche - un punto a favore della produzione. Stesse parole da spendere anche per il direttore della fotografia; buona gestione della luce degli ambienti in supporto alla storia. Le animazioni sono fluide e scorrono bene nella maggior parte dei casi, ma hanno un sentore di impacciato e non scattante come dovrebbero nella realtà. Buone le espressioni, curate soprattutto quelle dei personaggi principali, uno su tutti Nebbercracker. Ultima nota per il reparto sonoro. Per un maggior impatto si è cercato di dare molto risalto alla "voce" della casa; suono montato e riprodotto nientemeno che presso gli Skywalker Sound di proprietà di George Lucas.
In definitiva la visione della pellicola è molto piacevole. Si assiste di rado a produzioni che scorro lontani dai binari delle classiche produzioni animate, specialmente proveniente da uno studios americano. Sceneggiatura e regia cercano nell'intento di creare scene quanto più paurose possibili e alla casa, in fondo, è stata data un indole davvero cattiva. Un terreno minato su cui pochi produttori si sarebbero avventurati,
ma questo non è certamente il caso per due che portano cognomi come Spielberg e Zemeckis. Una buona visione per un pubblico adulto ma che sarà davvero apprezzata soprattutto dai più giovani.
Nel classico "modus operandi" delle grandi produzioni animate, sono stati chiamati dei volti noti di Hollywood a prestare la loro voce (e in questo caso anche fisionomia e espressioni) ai personaggi principali. Troviamo Steve Buscemi nei panni dello scorbutico Nebbercracker, Maggie Gyllenhaal nel ruolo della baby sitter Zee, Jeson Lee in Bones (il boyfriend di quest'ultima), Kevin James nel poliziotto Landers, Kathleen Turner in Constance e Jon Heder (Napoleon Dynamite) nel videogamer incallito Skull (dalle movenze spettacolari).
Realizzato con un budget di 75 milioni di dollari, ha incassato con le sole proiezioni nei cinema complessivamente circa 130 milioni di dollari in tutto il mondo. Il film è stato presento in patria il 21 Luglio 2006 e il mese prima nei festival di Seattle e Los Angeles. Il lancio mondiale della pellicola è stato pianificato nei mesi successivi a quelli estivi. Nel suolo italiano è stato proiettato nelle sale a partire dal 13 Ottobre 2006.
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(2006)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di:
Gil Kenan
Sceneggiatura di:
Dan Harmon, Rob Schrab, Pamela Pettler
Storia di:
Dan Harmon, Rob Schrab
Prodotto da:
Jack Rapke, Steve Starkey, Steven Spielberg, Robert Zemeckis
Produzione:
Sony Pictures Animation, ImageMovers, Amblin Entertainment, Relativity Media
Animazioni:
Sony Pictures Imageworks
Edizione Italiana:
Sony Pictures Italia
USCITA ITALIANA: 13 OTTOBRE 2006
Sono trascorsi appena due anni dalla prima produzione animata che vedeva in campo una nuova tecnica di motion capture capace di cogliere anche i minimi particolari delle espressioni del viso poi trasportate nei modelli 3D. Si trattava di "The Polar Express" (2004) diretto da Robert Zemeckis. Adesso scende in campo il reparto animazione della Sony, la Imageworks, e torna in campo di nuovo Zemeckis ma in veste di produttore insieme al suo amico Steven Spielberg. La coppia presenta il primo lungometraggio comedy-horror rivolto ad un pubblico giovane e piazza alla regia un esordiente: Gil Kenan. La storia si perde nei meandri di ogni infanzia in cui non è mai mancata una casa degli orrori o dei fantasmi, qui animati grazie alle nuove tecniche d'animazione 3D della ImageWorks che ormai non niente da invidiare a Pixar e DreamWorks.
La storia ha come sfondo un classico e tranquillo quartiere abitato da altrettante tranquille famiglie. Ma i piccoli che giocano per le strade guardano da tempo con apprensione alla vecchia casa malconcia e al suo burbero abitante, il signor Nebbercracker, restando sempre a debita distanza da essa e dal suo prato. Nella notte di Halloween comunque, dopo qualche incidente poco chiaro, tre ragazzini prendono il coraggio a sei mani e si avviano a scoprire chi o cosa si nasconde dietro questa casa. La tetra abitazione infatti costituisce un richiamo troppo forte per la fervida immaginazione dei tre. Questi sono convinti, infatti, che la casa sia abitata da mostri o fantasmi ma proveranno sulla loro pelle che il vero mostro è la casa stessa, allora si troveranno uniti per cercare una soluzione, prima che la casa divori gli ignari bambini che si troveranno a bussare per il classico "dolcetto o scherzetto?".
La storia miscela sapientemente elementi comici ad atmosfere da paura, tanto che in patria ha riscosso critiche da più di un associazione e la pellicola si è aggiudicata anche il bollino "PG" - parental guidance suggested, per i bambini, viste le tematiche trattate. Per mantenere tale classificazione, tra l'altro, secondo le specifiche americane sulle pellicole, le vittime sono state fatte tornare in vita alla fine della storia. Per questo non si possono non lodare le scelte dei produttori che non si sono soffermati a realizzare il classico film per famiglie, ma hanno spinto i propri grafici ed animatori a realizzare scene d'impatto (per un pubblico giovane almeno).
La sceneggiatura è molto lineare ed è congeniata per un crescendo sempre maggiore degli eventi in vista del finale. La regia risulta molto fluida anche se il regista è al suo esordio su un lungometraggio. Ma Kenan, a differenza di molti suoi colleghi alle prese con la regia di un prodotto animato, ha avuto la possibilità di dirigere degli attori in carne ed ossa in un area di circa sei metri per sei attrezzata per le riprese in mo-cap; 42 giorni di riprese in un teatro di posa dei californiani Culver Studios. Questo ha facilitato certamente la visione d'insieme di ogni scena. Infatti dalla recitazione dei modelli portati sullo schermo si ha molta sensazione di un live-action. Ed è proprio la regia uno dei punti chiave dell'intera produzione. Camere sempre in movimento, inquadrature molto ravvicinate ad oggetti e personaggi, campi molto stretti, quasi asfissianti. Veramente d'impatto.
La seconda produzione animata targata Columbia (adesso Sony Pictures) rimette in campo quelle tecniche di mo-cap evolute sviluppate dagli studios, ma tecniche d'animazione lontane dagli standard di produzione Pixar e DreamWorks, legate all'animazione per chiave che la Sony Pictures Animation (nuovo settore di Sony Pictures dedicato alle produzioni animate) sperimenterà per la prima volta solo in "Boog & Elliot a Caccia di Amici" (2006), la prima animal-comedy animata degli studios, in uscita alla fine dello stesso anno di "Monster House". Anche se la somiglianza va tutta al lungometraggio "The Polar Express" (2004), chiaramente indirizzato verso un design fotorealistico, questa nuova produzione è orientata invece su uno stile più stilizzato. I modelli, realizzati Maya e Rhino, sembrano a tratti caricature. Le linee sono morbide e i capelli un unico elemento (niente utilizzo di script ad-hoc; rendering più snelli). Ma le texture sono di ottima fattura, molto realistiche - un punto a favore della produzione. Stesse parole da spendere anche per il direttore della fotografia; buona gestione della luce degli ambienti in supporto alla storia. Le animazioni sono fluide e scorrono bene nella maggior parte dei casi, ma hanno un sentore di impacciato e non scattante come dovrebbero nella realtà. Buone le espressioni, curate soprattutto quelle dei personaggi principali, uno su tutti Nebbercracker. Ultima nota per il reparto sonoro. Per un maggior impatto si è cercato di dare molto risalto alla "voce" della casa; suono montato e riprodotto nientemeno che presso gli Skywalker Sound di proprietà di George Lucas.
In definitiva la visione della pellicola è molto piacevole. Si assiste di rado a produzioni che scorro lontani dai binari delle classiche produzioni animate, specialmente proveniente da uno studios americano. Sceneggiatura e regia cercano nell'intento di creare scene quanto più paurose possibili e alla casa, in fondo, è stata data un indole davvero cattiva. Un terreno minato su cui pochi produttori si sarebbero avventurati,
ma questo non è certamente il caso per due che portano cognomi come Spielberg e Zemeckis. Una buona visione per un pubblico adulto ma che sarà davvero apprezzata soprattutto dai più giovani.
Nel classico "modus operandi" delle grandi produzioni animate, sono stati chiamati dei volti noti di Hollywood a prestare la loro voce (e in questo caso anche fisionomia e espressioni) ai personaggi principali. Troviamo Steve Buscemi nei panni dello scorbutico Nebbercracker, Maggie Gyllenhaal nel ruolo della baby sitter Zee, Jeson Lee in Bones (il boyfriend di quest'ultima), Kevin James nel poliziotto Landers, Kathleen Turner in Constance e Jon Heder (Napoleon Dynamite) nel videogamer incallito Skull (dalle movenze spettacolari).
Realizzato con un budget di 75 milioni di dollari, ha incassato con le sole proiezioni nei cinema complessivamente circa 130 milioni di dollari in tutto il mondo. Il film è stato presento in patria il 21 Luglio 2006 e il mese prima nei festival di Seattle e Los Angeles. Il lancio mondiale della pellicola è stato pianificato nei mesi successivi a quelli estivi. Nel suolo italiano è stato proiettato nelle sale a partire dal 13 Ottobre 2006.